Muro d’artista

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Lui, l’arte, c’è l’ha incisa sul corpo e ha deciso di far fiorire sulla pelle uno dei suoi maestri. “La  tecnica dell’incisione mi affascina da sempre – racconta lo street artist Sebastiano Matarazzo, in arte Mat!,  27 anni, di Novi di Modena – per questo oltre a farmi tatuare un’opera di Albrecht Dürer sulla schiena, ho deciso di fare del segno grafico la mia forza. La mia firma. Attraverso le linee si può conferire profondità, creare inimmaginabili sovrapposizioni di texture… e poi c’è il giallo, il mio colore. Ogni muro per me è come un gigantesco foglio di carta. Uno spazio con cui dialogare e da cui scaturisce un’energia pazzesca. Ogni opera che faccio è, prima di qualsiasi altra cosa, un percorso emotivo e intimo dentro alla pittura”. “Il suo tratteggio è strepitoso”, sorride Barbara che, insieme al marito Carlo Alberto, ha deciso di trasformare il muro della loro casa di viale De Amicis in una gigantesca tela. “La street art mi ha sempre attratta e due anni fa sono stata letteralmente stregata dai murales di Lione. Quando poi, a Novi, sono iniziati a sbocciare un muro dopo l’altro e ho conosciuto l’opera di Sebastiano non ho più avuto dubbi e mi sono lanciata”.
Oggi, sull’imponente parete, a lasciare senza fiato i passanti è un gigantesco Don Chisciotte in sella al suo destriero. Ultimo eroe e primo antieroe, inadatto al mondo, perennemente sconfitto, ma che nulla ha da perdere, il personaggio reso immortale dalla penna di Cervantes è un simbolo potente: “ho scelto come soggetto Don Chisciotte perché è una figura emblematica. Che amo. E’ un irriducibile che cade, sempre, ma che poi si rialza. Ogni volta. Un uomo che si batte per la verità, che non si arrende e difende i suoi ideali nonostante tutto e tutti. E’ una figura attuale da cui trarre una preziosa lezione. Volevo riscattare il Don Chisciotte, spesso dimenticato nelle pieghe della nostra società. Sul nostro muro volevo lui. Questo è il nostro regalo alla città”, spiega Barbara. “L’idea mi ha immediatamente entusiasmato – prosegue Mat! – perché il Don Chisciotte è riconoscibile da tutti. Contemporaneo e dall’alto valore allegorico, questo cavaliere si presta a molteplici interpretazioni e letture. Rappresenta un’utopia che sono convinto accenderà un bel dibattito in città. D’altronde è proprio questo lo spirito più autentico della street art: creare discussione, far interrogare le persone sul significato dell’arte, rompendo i confini delle gallerie, scavalcando ogni barriera. La street art è immediata. Alla portata di tutti. Un dono per l’intera comunità”.
Un linguaggio potente. Evocativo. Effimero. E’ l’arte che spezza le cornici e irrompe tra i palazzi e il cemento. Per le strade. “Quella urbana – spiega Mat! – è la forma più ancestrale di arte. E’ diretta, senza filtri. Si consuma nell’attimo. Si impone allo sguardo e, allo stesso tempo, nutrendosi del presente e facendosi interprete della realtà, stimola una riflessione culturale. Il bello e il brutto non c’entrano nulla. La street art va oltre queste categorie. Vuole incantare, stupire, indignare, sfidare, provocare…”.
Questo è il secondo muro graffitato in città, dopo quello di via Giusti firmato dal writer di fama internazionale Marco Burresi, in arte ZED1: “il nostro auspicio – conclude Barbara – è che tanti altri scelgano di rivestire d’arte i propri muri, affinché a Carpi fioriscano qua e là inaspettati pezzi di museo a cielo aperto”.
Un tipo d’arte che puoi toccare, sfregare. Con cui interagire e di cui godere perché lentamente si sgretolerà. Sbiadita dal sole e dalla pioggia. Tele vive con con cui riscrivere o, meglio, ridisegnare, la poetica urbana.
Jessica Bianchi

 

 

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