Un atto di squadrismo mediatico

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Un teatrino dell’assurdo a questo si è ridotta la seduta del Consiglio Comunale di ieri sera. La richiesta di dimissioni dell’assessore Cesare Galantini, chiesta a gran voce dai consiglieri del Movimento Cinque Stelle e finita tra i banchi del Civico Consesso, è terminata con una unanime e durissima condanna: “le accuse lanciate sul presunto falso in atto pubblico sono prive di fondamento, una mera strumentalizzazione politica”, hanno dichiarato a turno gli esponenti delle forze politiche presenti in aula.
Per districarsi nel vespaio sollevato è fondamentale comprendere la differenza tra Sprar – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e Cas – Centri di accoglienza straordinaria: “all’interno dell’Unione – spiega l’assessore Daniela Depietri – abbiamo 31 posti in regime di Sprar, di cui 11 a Carpi, per i quali riceviamo le risorse del Ministero. In questo caso, gli appartamenti affittati dalla cooperativa Caleidos per la sistemazione dei richiedenti asilo, avviene con la nostra supervisione e, di tali locazioni, noi conosciamo ogni dettaglio; informazioni che abbiamo provveduto a fornire ai consiglieri 5 Stelle”. Con Mare Nostrum invece, operazione partita nell’ottobre del 2013, sono stati introdotti i Cas per “sopperire alla mancanza di posti per l’accoglienza”. Una modalità che, di fatto, taglia fuori gli enti locali, dal momento che, prosegue Depietri, “i rapporti vengono tenuti in via esclusiva dagli enti gestori (le coop sociali) e la Prefettura, e pertanto, sull’appartamento di via Ivano Martinelli a Fossoli di proprietà di Galantini e appartenente a tale categoria, così come di altri in città, non abbiamo alcuna informazione. Tali dati non sono in nostro possesso ed è l’unico motivo per cui non abbiamo potuto fornirli al Movimento. La cooperativa informa l’ente pubblico solo della zona in cui sorge l’immobile affinché ne venga valutata la congruità rispetto al contesto, senza però fare alcun accenno al nome del proprietario, poiché si tratta di contratti tra privati. Se non vi fidate di noi chiedete al Prefetto un accesso agli atti”. Una risposta che non è piaciuta al capogruppo del Movimento, Eros Gaddi, il quale ha cercato di rimescolare le carte in tavola, spostando la discussione dalla Legge alla Morale: “assessore, quando ha affittato il suo appartamento ha pensato alle conseguenze che ne sarebbero derivate? Ha fatto qualche valutazione di opportunità politica in relazione al fatto che lei non è un semplice cittadino ma un assessore e che, in quanto tale, riveste un ruolo pubblico, tra l’altro di tutela della sicurezza? Considerando la delicatezza del tema, non avrebbe potuto gestire il rapporto coi condomini in modo diverso? Prima di siglare il contratto di affitto con Caleidos, si è consultato con il sindaco e la Giunta? Ciascuno può disporre come crede dei propri immobili, lei non ha fatto un errore ad affittare ma ha peccato di omissione. Qui non c’è un problema legale bensì morale e pertanto ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni”. Dure le repliche dei consiglieri, a partire da Cristian Rostovi (Fratelli d’Italia): “c’è qualcosa che non va – ha ironizzato –  se sono qui a difendere uno che votava Rifondazione Comunista… Di cosa stiamo parlando? Perché continuate a dire che l’Amministrazione non vi ha fornito gli atti pubblici che avete chiesto? Perchè non capite la differenza tra Sprar e Cas? Chi siede qui deve conoscere le leggi che regolamentano certe materie. Che i Cas vengano gestiti dalle Prefetture lo sanno tutti! Basta prendere in giro questo civico consesso. Il sistema di accoglienza fa schifo ma questa è un’altra storia. Stava a Caleidos parlare coi condomini, la vostra mozione è strumentale. Da campagna elettorale”.  Dello stesso parere anche Giorgio Verrini (Carpi Futura) “da un granello di sabbia si è scatenata una valanga, chiudiamo questa storia il prima possibile”. Veemente la reazione di Monica Medici (5 Stelle) che ha, di fatto, contraddetto lo stesso Gaddi: “sono tutte bugie! Ciò che sostenete non è vero. Caro sindaco, lei cosa controlla, se non sa nemmeno cosa fanno le cooperative sul suo territorio? Il conflitto di interesse c’è: Galantini non ha avviato le procedure di coinvolgimento dei vicini. Se Caleidos non lo ha fatto, perché non è intervenuto lui in quanto assessore alla sicurezza? E’ stato un grande errore chiedere solo le sue dimissioni, avremmo dovuto chiedere anche quelle del sindaco, perché siete uguali: nessuno dei due ha controllato l’operato di Caleidos, eccolo il conflitto di interessi. In questa vicenda è prevalso solo il rapporto economico, Galantini non è mica un benefattore”. Una discussione, questa, definita da Francesco Lodi (Pd) “un inutile spreco di tempo e di risorse per costruire un immenso spot pubblicitario per il Movimento. Prima di soffiare sul fuoco occorre riflettere”. Duro l’intervento di Roberto Benatti (Forza Italia) “avete voluto fare lo scoop per guadagnare consensi, in realtà con questa interrogazione non avete fatto altro che aizzare fasce di popolazione, così come già accaduto per la palazzina di via Carlo Marx. Istigare i cittadini contro l’Amministrazione non è accettabile per un consigliere! Per me Galantini ha fatto male ad affittare l’immobile, avrebbe dovuto immaginare sin dall’inizio che si sarebbe scatenato un putiferio, ma affermare che sei richiedenti asilo costituiscono un problema di sicurezza e di ordine pubblico è ridicolo”. “Avete affermato che il mandante morale della manifestazione di Forza Nuova davanti alla palazzina di Fossoli sia stato Galantini in realtà siete voi ad aver creato il caso. Prima della vostra mozione il problema non esisteva”, ha aggiunto Marco Reggiani (Pd). Al termine del dibattito, mai vista tanta coesione tra i consiglieri di Maggioranza e Opposizione, a rispedire le accuse al mittente è stato l’assessore Galantini: “l’estate scorsa eravamo in emergenza e rischiavamo che la Prefettura requisisse immobili per sistemare i profughi. Per tale motivo ho deciso di fare la mia parte e mettere a disposizione un appartamento sfitto a Caleidos. Io sono il proprietario dei muri ma è la cooperativa che si occupa della gestione degli ospiti. Io non ho mai omesso nulla e pertanto rivendico la mia scelta. Voi, Casaleggio di provincia, avete compiuto un atto di squadrismo mediatico, il quale ne ha prodotto uno vero, concreto, di Forza Nuova. Un opportunismo politico, il vostro, da irresponsabili”. A chiudere l'infuocata serata prima del voto (unanimemente pro Galantini, a eccezione di quello dei Cinque Stelle) è stato il sindaco Alberto Bellelli: “da un lato la Prefettura mi chiede di fare la mia parte sul tema dell’accoglienza e dall’altra consente che si svolgano manifestazioni davanti alle abitazioni che ospitano richiedenti asilo? Come possono convivere queste due istanze? Io sono in evidente imbarazzo, politicamente parlando. E se ora nessuno mettesse più a disposizione degli appartamenti per il timore di vedersi Forza Nuova sotto casa? Se la Prefettura inizia a requisire locali e ci piazza dentro 70 profughi alla volta noi cosa faremo? Le manifestazioni contro la ghettizzazione?”. Alle 23,30 quando il sipario sulla vicenda Galantini si chiude a tarallucci e vino, in un clima sospeso tra il serio e il faceto, a restare è l’amaro in bocca. Per un assessore “reo” di non aver pensato in modo lungimirante, sono stati sottratti tempo, energie e risorse a temi ben più importanti per i cittadini. Un esempio? Gli abbandoni di rifiuti che si moltiplicano e rendono questa città indecorosa. Ancora? Un ospedale incapace di tenersi stretti i propri professionisti, dove le risorse che restano sono costrette a lavorare in condizioni di cronico sottorganico. Un altro? Lavori pubblici che non decollano, come la rotonda tra via Guastalla e via dell’Industria. Non siete ancora convinti? Allora pensate alle buche sulle strade, alla lottizzazione di aree che sottrarranno ulteriore verde a questa città, a un centro storico commercialmente morente. L’elenco è lungo. Il resto è noia o, forse, semplicemente, propaganda.
Jessica Bianchi

 

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