Ogni volta che percorrevo il ponte me la facevo sotto

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I soccorritori stanno letteralmente scavando con le mani per cercare di recuperare le persone rimaste intrappolate sotto il crollo del viadotto dell'autostrada A10, a Genova. Il Viminale parla già di 20 vittime e vari feriti ma il bilancio è ancora provvisorio e secondo i Vigili del Fuoco ci sarebbero ancora persone incastrate nelle auto sotto le macerie, tra cui, pare, alcuni bambini.
L'incidente, avvenuto poco prima di mezzogiorno, è dovuto probabilmente a un cedimento strutturale del ponte che sovrasta il torrente Polcevera.
“Quello che noi genovesi chiamano Ponte di Brooklyn sorge su una parte della città popolosa e industriale e collega la Genova centro con il Ponente. Il ponte ha un’altissima densità di traffico ma, fortunatamente, oggi è il 14 agosto e sta diluviando, perciò le macchine che vi transitavano non erano tantissime”, racconta il genovese Carlo Trapani raggiunto al telefono.
Un ponte al centro di annose polemiche: “da utente – prosegue Carlo Trapani – ogni volta che ero sul ponte me la facevo sotto a causa delle vibrazioni ma i tecnici dicevano che non vi era nulla di allarmante. Ciò non toglie che dal 1967, ovvero dalla sua inaugurazione, il viadotto ha raccolto accese critiche circa la sua struttura ed era continuamente controllato con iniezioni di cemento”.
Un sorvegliato speciale che, conclude Trapani, se fosse crollato sulla “parte est, avrebbe causato una tragedia di immani proporzioni, dal momento che lì sorge un quartiere popolare ad altissima densità. Si parla tanto della creazione della Gronda o di altre opere maestose e non si controlla quello che ci passa sopra la testa. E’ scandaloso”.
J.B.

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