Il mio futuro comincia dalla Cina

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Trovare lavoro dopo la laurea è diventata la più grande preoccupazione e difficoltà dei giovani universitari di tutta Italia.

Accade sempre più spesso che i meriti accademici e le qualifiche professionali non bastino per essere assunti.

Nasce così l’esigenza di cercare strade alternative per evitare di restare a lungo inoccupati e, al contempo, acquisire competenze ed esperienze trasversali in grado di fare la differenza.

E’ con questa consapevolezza – purtroppo figlia del nostro tempo – che la carpigiana Federica Mora, 26 anni, laureata con lode in Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa Mediterranea all’Università Ca’ Foscari di Venezia e specializzata in Lingua e Istituzioni economico-giuridiche cinesi, un anno fa ha deciso di partire per il Paese del Dragone.

Nonostante le prestigiose borse di studio e le esperienze come traduttrice, Federica si è resa conto nei primi mesi dopo la laurea di trovarsi di fronte a un panorama di offerte lavorative piuttosto desolante e così, armata di coraggio e spirito di avventura, ha scelto di intraprendere la scelta più difficile per farsi avanti nel mondo del lavoro: quella di trasferirsi a migliaia di chilometri da casa.

“Ho deciso di cercare lavoro in Cina – ha spiegato Federica – e per la precisione a Chengdu nella provincia del Sichuan, in primis perché in Italia le opportunità scarseggiavano, ma anche per fare un’esperienza di lavoro all’estero di un certo rilievo che mi potesse arricchire professionalmente e umanamente”.

E’ stato difficile ambientarsi?

“L’impatto non è stato sconvolgente perché ero già stata a Pechino e a Tianjin durante gli studi universitari. La cultura cinese mi piace molto, così come mi colpiscono i suoi paesaggi e le sue tradizioni. Mentre non penso riuscirò mai ad abituarmi allo smog che offusca le città. Così come i britannici parlano del tempo, qui si parla spesso di come proteggersi dall’inquinamento atmosferico e siamo in tanti a uscire di casa con la mascherina. Ma a eccezione di questo disagio mi trovo a mio agio con la cultura orientale. Inoltre, qui la criminalità è bassissima e ci si sente sicure a spostarsi sui mezzi pubblici anche nelle ore notturne

e poi in alcune zone, come quelle vicino a Pechino, la cucina è davvero ottima”.

Di cosa ti occupi in Cina? Hai trovato subito lavoro?

“Attualmente ho un doppio impiego: dalla mattina fino a metà pomeriggio lavoro come Digital Advisor e Digital Analyst presso il dipartimento di marketing digitale di un’azienda che produce software per la sicurezza dei computer. In particolare mi occupo del mercato italiano e di stabilire e consolidare i rapporti con i clienti del Bel Paese, mentre alla sera impartisco lezioni di italiano. La mia prima occupazione è stata però come insegnante di inglese presso una training school internazionale. In effetti, ci ho impiegato pochissimo tempo a trovare lavoro. E’ innegabile: la Cina offre molte più opportunità professionali dell’Italia, in particolare ai giovani qualificati: qui c’è un mercato in costante crescita ed evoluzione che necessita di figure sempre nuove e aggiornate. Di contro c’è però un sistema di previdenza sociale e sanitario pressoché inesistente, con grandi rischi in caso di malattia e con la conseguente necessità di salvaguardarsi personalmente con una buona assicurazione”.

E’ così difficile come sembra il cinese? Che consiglio daresti a chi volesse iniziare a studiarlo?

“Sì è davvero molto difficile, sia per la scrittura che per la fonetica. Nello scritto lo scoglio principale è rappresentato dal fatto che non si tratta di una lingua alfabetica ma basata su ideogrammi. E il parlato è ancor più complesso perché a seconda del diverso tono, una singola sillaba come ‘ma’ può assumere tanti significati diversi.

Per imparare il cinese occorre molta dedizione: essendo mnemonica, più di ogni altra lingua, dev’essere coltivata con costanza per non essere dimenticata”.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“Vorrei poter trovare lavoro in Italia, in una ditta di import-export per lavorare nell’ufficio commerciale estero e impiegare così al meglio le abilità acquisite. Oltre a cinese e inglese, parlo anche francese e spagnolo essendomi diplomata al Liceo

linguistico. Se non dovessi trovare opportunità in Italia cercherei sicuramente un’occupazione in Europa. La Cina la considero un’importante tappa per la costruzione della mia carriera, ma non la collocazione definitiva. Credo ancora nell’importanza di crearsi un futuro nel nostro Paese o perlomeno io ci voglio provare”.

Chiara Sorrentino

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