Giocare non è mai stato così avvincente!

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Appassionata di videogiochi e realtà aumentata, Chiara Russomanno, 27enne carpigiana diplomata all’Accademia di animazione a Reggio Emilia e con un Master in Computer grafica e Virtual Reality a Venezia, ha deciso di intraprendere un’avventura fantastica proprio qui, alla Corte dei Pio. In via Svizzera 2/M ha aperto i battenti Le stanze perdute – Survival Game, la prima escape room della nostra città (per info e prenotazioni 351.5551304).

“Amo studiare, comprendere, programmare e, allo stesso tempo, creare qualcosa di nuovo con le mie mani. Immaginare e costruire una escape room, ovvero un gioco di fuga dal vivo, è una sfida affascinante. Complessa e straordinaria. Ogni dettaglio è pensato, connesso. Nulla è lasciato al caso”, spiega Chiara. Ma Le stanze perdute rappresentano un’evoluzione delle classiche escape room: “qui ogni enigma da svelare per poter uscire dal percorso è strettamente legato a una storia. Entrare nella stanza significa vivere un’avventura. Immergersi in un mondo altro. La storia è il perno attorno al quale ruota il gioco”. Tre i mondi che il locale di via Svizzera ospiterà per offrire a grandi e piccoli l’occasione di vivere un’esperienza diversa. Unica. “Ogni stanza sarà tematizzata e caratterizzata da una scenografia diversa. Storie che cambieranno una volta all’anno per dare ai giocatori la possibilità di tuffarsi in avventure sempre differenti.

La prima stanza realizzata, L’isola delle bambole, ci proietta in Messico sull’isola delle bambole impiccate. Lì, negli Anni 50’ un uomo impazzì vedendo affogare una bambina e iniziò ad appendere bambole come difesa dagli spiriti maligni. Ispirata a fatti realmente accaduti, la storia racchiude un mistero e i giocatori dovranno riuscire a svelarlo, giungendo vivi alla fine di un percorso irto di ostacoli, difficoltà, codici e arcani”, sorride Chiara.

Accanto alle suggestive scenografie, pensate e costruite da Chiara, la tecnologia sarà la grande protagonista: “i giocatori riceveranno un bracciale che, interagendo coi vari sensori che punteggeranno le stanze completamente automatizzate, segnalerà il loro stato di salute e le penalità inflitte”. Giocare è fondamentale per ritrovare un pizzico di leggerezza e ritagliarsi uno spazio di libertà ma farlo in compagnia contribuisce a rafforzare legami e a sperimentare la bellezza della condivisione: “qui – spiega Chiara – non si può entrare da soli, bensì in coppia o in gruppo. Per uscire dalla stanza vittoriosi, infatti, occorre collaborare e unire le forze”. Uscirne vivi non sarà facile, per farlo dovrete mettere alla prova tutta la vostra abilità e allora, cosa state aspettando?

Jessica Bianchi

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