Lions: un omaggio a Romano Pelloni, l’artista dello spazio curvo

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Il Lions Club Carpi Host presieduto da Paolo Casarini ha voluto rendere omaggio all’opera artistica del nostro concittadino Romano  Pelloni, socio del sodalizio, a cui si devono importanti opere pittoriche e scultoree. Nel corso della serata Dante Colli ha illustrato il patrimonio artistico realizzato da Pelloni e i tanti volumi realizzati insieme, alla presenza del critico d’arte Luca Verrini.  Romano Pelloni, che è stato insegnante d’arte nelle scuole medie, ha ricordato come a favorire questa sua voglia di ‘fare arte’ abbiano contribuito alcuni maestri delle Belle Arti di Modena che lo hanno educato a conoscere le  tecniche del mestiere: l’acquerellista Arcangelo Salvarani che gli  insegnò a dipingere ad affresco e a realizzare vetrate; il professor Benito Boccolari, ceramista, che gli insegnò a sbozzare un masso di pietra vicentina per rifare uno dei leoni della Porte dei Principi del Duomo di Modena (andato distrutto dalle bombe della seconda guerra mondiale); lo scultore Marino Quartieri che lo obbligava a disegnare centinaia di figure durante le vacanze estive; l’architetto Domenico Chini che gli  chiese di aiutarlo nel disegnare il salone della sede centrale della Cassa di Risparmio di Carpi.

Ma Pelloni è stato anche l’inventore del cosiddetto spazio curvo: “gli insegnanti dell’Istituto Venturi ci avevano educato a conoscere le correnti artistiche contemporanee e ci accompagnavano a visitare le prime Biennali di Venezia. Erano mondi nuovi che ci hanno permesso di scoprire Picasso, Matisse, De Chirico, Moore, El Greco (che allungava le figure conferendovi una spiritualità quasi medievale).  Fu negli Anni ’60 -’70,  dopo i primi allunaggi che cominciai a riflettere sulla teoria dello spazio curvo e così avviai una ricerca che mi coinvolse e in occasione della mia prima personale del 1978, Per un nuovo spazio figurativo, parlai del superamento del registro cubico rinascimentale e del conseguente quadro. Perché  noi viviamo costantemente – dissi – entro strutture cubiche, dai primi remoti percorsi rettilinei tracciati dall’uomo nell’attività  agricola alla struttura abitativa urbana. Sentiamo come un bisogno il ritorno a un ritmo di vita più libero, più vicino alla natura, alla ricerca delle radici del nostro rapporto primordiale con lo spazio.  La prima proposta è quindi quella di creare un registro circolare su cui impaginare la rappresentazione delle cose”. 

Pelloni fu chiamato nel 1996 dal Ministero della Pubblica Istruzione a collaborare alla stesura dei programmi di Educazione artistica e di Storia dell’arte nelle scuole. Da allora nelle sue opere, rompendo con la prospettiva dello spazio euclideo, cercò nuove regole cui  rimase fedele, considerando però fondamentale la rivoluzione dell’arte astratta per il rinnovamento del linguaggio. Ma Pelloni è divenuto famoso anche per aver realizzato la grande statua in bronzo del Curato del Mondo, il giovane sacerdote polacco Karol Wojtyla, posta nella piazza di Niegowic, vicino a Cracovia, così come per le decine di vetrate istoriate collocate in chiese carpigiane, in Italia e all’estero.  E ha incontrato più volte Papa Wojtyla in occasione della presentazione delle opere che ricordano tre momenti della sua vita  pastorale. La prima a Carpi nel giugno 1988, prima tappa del viaggio apostolico del Papa in Emilia. La  seconda  la sera dello stesso giorno nella cripta del Duomo di Modena dove il Papa, dopo una preghiera davanti al Tabernacolo, accese la lampada della stele in bronzo che ricorda l’evento. La terza per la presentazione, nel 1999, nel Cortile del Largo delle Campane, in Vaticano, della statua in bronzo di Karol Wojtyla. Un autorevole critico d’arte disse di lui: “La sua opera passa attraverso la voglia di inventare e, nel bisogno di spiritualità, porta a nuove energie compositive, la voglia di realizzare con la passione e di comunicare non soltanto sensazioni, sentimenti o avvenimenti, ma anche idee”.Perché Romano Pelloni, nato a Carpi nel 1931, è considerato un artista figurativo che si esprime in vari campi creando sculture in ceramica, marmo e bronzo, realizzando cicli pittorici ad affresco e vetrate per chiese e palazzi. Ha lavorato tra l’altro a Roma al Museo del Palazzo della Cancelleria, al Museo Nazionale dell’Arma dei Carabinieri,  a Bologna al Cimitero Monumentale e all’Antoniano, a Modena all’Accademia Militare e in molte chiese fra cui in Duomo, in  Sant’Agnese, in San Giovanni Bosco e nei Santuari di Fiorano e di Serramazzoni.  A Padova, Pelloni ha lavorato nella Chiesa di San Girolamo e a Verona ha creato cicli di vetrate in numerose chiese.  Ha creato e disegnato una quarantina di medaglie commemorative di vari personaggi italiani o per eventi storici, in gran parte coniati e diffusi dalla Johnson di Milano.  

Cesare Pradella

 

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