Il grido di aiuto di due madri

0
1099

Siamo solo agli inizi, eppure io mi sento già logorata. Non posso pensare di andare avanti così per anni”. A parlare è la novese Marianna, mamma di Michele, affetto da tetraparesi spastica. “Nostro figlio frequenta l’Istituto tecnico Da Vinci di Carpi e tutti in famiglia siamo stati felici di assecondare questo suo desiderio, dal momento che Michele ama andare a scuola e stare in mezzo ai compagni”. Quello del trasporto da Novi a Carpi però, rappresenta un tasto a dir poco dolente: “la corriera di Seta è dotata di una pedana per favorire la salita e la discesa delle persone disabili ma, ovviamente, gli autisti non possono farsene carico e, quindi, sono stata costretta a chiedere l’aiuto del mio secondogenito. A soli 14 anni l’ho caricato di una enorme responsabilità: aiutare Michele a sistemarsi sull’autobus e, una volta giunti in stazione, a spingerlo fino all’Itis, per poi correre a sua volta a lezione, al Meucci, spesso arrivando in ritardo.  Come se ciò non bastasse, all’uscita da scuola, sono io a dover andare a prendere Michele per riaccompagnarlo a casa. La situazione, sul medio e lungo termine è davvero insostenibile”. Per non gravare troppo sulle spalle del figlio più piccolo, Marianna nel giugno scorso aveva chiesto l’attivazione di un servizio di pre scuola, grazie al quale “è un educatore ad accompagnare Michele dalla stazione delle corriere direttamente in classe”. Qualcosa però è andato storto: “Michele è stato ricoverato per essere sottoposto a una riabilitazione intensiva e per lui il primo giorno di scuola è stato lo scorso 1° ottobre. Era emozionantissimo, peccato che, una volta giunto a Carpi, ad attenderlo non ci fosse nessuno! Non ti dico la mia rabbia quando ho chiamato le assistenti sociali per capire cosa non avesse funzionato”. Indignata per il trattamento riservato a suo figlio, questa mamma è tornata a bussare in Comune per avere risposte e soluzioni: “anziché comprensione mi sono sentita dire che a sedici anni la scuola dell’obbligo è terminata. Ho perso la testa: mio figlio dovrebbe forse rinunciare a studiare perché è disabile? Non gode forse degli stessi diritti dei suoi amici? Dovrei chiuderlo dentro casa solo perché non c’è un trasporto sicuro e su misura per lui? Ci sono infinite associazioni: nessuno può fare nulla? Non c’è una croce blu, verde, rossa, gialla… oppure l’Auser che possano farsi carico di questo problema? L’assessore ai Servizi Socio Sanitari del Comune di Novi ha provato sulla sua pelle il tragitto che compie mio figlio ogni giorno da casa a scuola e dopo essersi resa conto delle difficoltà che sperimenta, magicamente è spuntato l’accompagnatore che mi era stato promesso”. Gli autisti di Seta si sono dimostrati sensibili alle esigenze di Michele e, dopo le rimostranze di Marianna, una volta giunti a destinazione, in stazione, “si avvicinano al marciapiede per facilitare e rendere maggiormente sicura la discesa dalla pedana. Io però non mi sento tranquilla. E se succedesse qualcosa? Chi si prenderebbe cura di Michele? Non chiedo molto, solo un mezzo attrezzato per il trasporto dei disabili che venga a prendere mio figlio a casa e lo lasci davanti a scuola. Un mezzo sicuro, consono e appropriato”. L’appello di Marianna si unisce a quello di Anna,  mamma di tre figli, di cui uno disabile, Vincenzo, anche lui costretto su una sedia a rotelle. “Quest’anno Vincenzo frequenta il quarto anno al Vinci dove ha scelto la specializzazione di Informatica. “Il nervo scoperto, ciò che ci sta mettendo alla prova da anni, è il trasporto scolastico. Ho bussato a tutte le porte ma non sono mai riuscita a ottenere un trasporto sicuro e a misura di disabile per mio figlio”. Ogni giorno arrivare a scuola da Rovereto è una piccola odissea: perché Vincenzo non è autonomo e dunque necessita di qualcuno che lo spinga e lo faccia salire. Per far fronte a questo problema, da tre anni a questa parte, ad assumersi la responsabilità del ragazzo è il suo gemello ma la situazione è diventata insostenibile per lui dal momento che frequentano scuole diverse e hanno orari differenti.
La corriera termina la sua corsa presso l’autostazione e questo comporta un ulteriore disagio per Vincenzo che, per raggiungere il Vinci – e viceversa – necessita di qualcuno che lo spinga: “in un primo momento era l’insegnante di sostegno a farsi carico di quest’onere ma il tempo impiegato veniva sottratto alle ore di lezione. Una cosa impensabile che ho nettamente rifiutato poiché mio figlio va a scuola per imparare e ogni minuto di lezione dev’essere ottimizzato e quindi mi sono vista costretta a chiedere nuovamente l’aiuto di suo fratello”. Gli imprevisti però sono dietro l’angolo: “se mio figlio è malato, se piove a dirotto, se la corriera è in manutenzione, se, se… Vincenzo perde le lezioni. E’ inaccettabile. Per far fronte a tutte queste evenienze, tutt’altro che infrequenti, io non riesco a tenermi stretta un’occupazione fissa, perché devo essere sempre pronta ad aggirare ogni ostacolo”.
Nonostante le loro battaglie, le due madri non hanno ottenuto un trasporto sicuro per i loro ragazzi ma sono riuscite a strappare un contributo al Comune di Novi: “20 euro al giorno  a partire dal 13 novembre e fino a dicembre, per un totale di 600 euro complessivi. A gennaio, poi, ci è stato promesso un ulteriore contributo ma, nonostante le nostre sollecitazioni, ad oggi non abbiamo ancora ricevuto nulla”, spiegano Anna e Marianna. “E’ inaccettabile”.
Jessica Bianchi

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here