Carpi capitale della vespa

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A settant’anni suonati è ancora la più bella. La più desiderata. Anche il cinema l’ha celebrata, consacrandola come un’icona di stile. Chi di noi non ha sognato di vivere almeno una volta nella vita delle Vacanze Romane in sella a una indimenticabile Vespa verdino metallizzato? Correva l’anno 1953, quando Audry Hepburn e Gregory Peck entrarono nel mito scorrazzando liberi per la capitale a bordo di una vespa che, per la gioia della Piaggio, divenne il simbolo dell’italianità. E come non ricordare l’irresistibile Alberto Sordi intento a caricare, peraltro invano, Aldo Fabrizi in sella al celebre scooter in Mi permette babbo del 1956? Anche la musica ha avuto un pensiero per lei, d’altronde, come cantava Cesare Cremonini, Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi, se è una Vespa Special che ti toglie i problemi… 

“La prima Vespa – spiega Mauro Calestrini, presidente del Vespa Club Carpi, sodalizio che raduna circa 200 iscritti, tra cui il sindaco Alberto Bellelli – nacque il 29 marzo 1946. All’indomani del secondo conflitto mondiale, Enrico Piaggio cercava qualcosa di nuovo per riconvertire l’azienda di Pontedera, i cui impianti erano dediti alla produzione di aerei militari. Si doveva partire da zero, ricominciare tutto daccapo. Il celebre scooter, che altro non era che una sedia posta su un motore ricoperto da una carrozzeria, venne disegnato dall’ingegner Corradino D’Ascanio che voleva un mezzo di trasporto agile, dai bassi costi e consumi, a due ruote. Fu un successo”.

E’ entrata nella storia la frase che pronunciò Piaggio quando gli venne presentato il prototipo: “Assomiglia a una vespa, con quel sedere a bulbo”. Il nome nacque così. Con una battuta. 

“Dopo la nascita delle prime prevendite – prosegue Calestrini – iniziarono a fiorire qua e là i Vespa Club. Era il 1949 e Carpi fu tra i primi club al mondo a costituirsi. Per celebrare i settant’anni del Vespa Club D’Italia e del nostro, abbiamo quindi deciso di organizzare una due giorni del tutto speciale”.

Mille vespe coloreranno Piazza Martiri dando vita a un evento straordinario. Il 25 e il 26 maggio, Carpi si trasformerà nella capitale della vespa: “la nostra città diventerà protagonista di qualcosa di grande, ospitando il raduno più grande del Paese, per celebrare questi settant’anni di storia. Un’operazione che non ha solo un carattere goliardico e aggregativo, bensì culturale, perché la vespa – ha aggiunto il sindaco Alberto Bellelli – è prima di tutto un simbolo di emancipazione e di rinascita dopo la guerra. Insomma è un mito”. Entrata prepotentemente nell’immaginario collettivo, la Vespa non è soltanto “un mezzo di trasporto ma uno stile di vita, un modo d’essere”, sorride Bellelli. 

Sabato 25 maggio 200 vespisti approderanno in città per poi dirigersi verso “Reggio Emilia per andare a visitare lo show-room dell’azienda Ruote da Sogno e, successivamente, i locali della Bugatti a Campogalliano. Torneremo a Carpi nel pomeriggio per dedicarci alla visita del centro storico e delle sue bellezze prima di recarci alla Cena di Gala servita nel Cortile d’Onore di Palazzo Pio”, spiega Calestrini. Domenica 26 maggio rappresenterà la giornata clou dell’evento: “Piazza Martiri si riempirà dei colori di mille vespe, trasformandosi in un vero e proprio museo a cielo aperto. Avremo l’onore di ospitare la vespa con telaio numero 3, targata Modena, del 1946, il cui valore commerciale è di circa 300mila euro. Accanto a lei vi saranno tutti i modelli che hanno fatto la storia per giungere sino ai giorni nostri, comprese un paio di vespe elettriche, le ultime nate in casa Piaggio”. Il raduno rappresenterà anche l’occasione per rievocare alcuni giochi di ieri: “daremo vita a una grande caccia al tesoro vespistica. Ogni club formerà una squadra la quale verrà a sua volta divisa in due gruppi. Uno dovrà visitare musei, chiese e vari angoli del centro storico a caccia di indizi, mentre il secondo dovrà recarsi presso il campo da calcio all’interno dell’Eden, già teatro della caccia al tesoro organizzata dal Vespa Club Carpi dal 1957 al 1959, dove sarà impegnato in numerosi giochi tutti da riscoprire, ovviamente in sella al proprio mezzo. Ci sarà davvero da divertirsi”. In palio numerosi premi e, conclude il presidente Mauro Calestrini, “a giochi fatti, faremo i conti e devolveremo i proventi in beneficenza”.

Jessica Bianchi

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