La nuova rivoluzione industriale

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Internet delle cose, intelligenza artificiale, robotica, realtà virtuale: è il nostro mondo sempre più digitale e interconnesso. A tracciarne la mappa, i possibili sviluppi, le opportunità e i rischi sarà Patrizio Bianchi, giovedì 16 maggio, alle 21, al Club Giardino, in un incontro a partecipazione gratuita e aperto a tutti. Stimolato dalle domande del giornalista di Radio Bruno Pierluigi Senatore, il docente di Economia applicata all’Università di Ferrara nonchè assessore della Regione Emilia-Romagna con deleghe al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, prenderà le mosse da 4.0. La nuova rivoluzione industriale, il suo saggio edito da il Mulino. Riflettendo sulle rivoluzioni industriali del passato, a partire da quella inglese del XVIII secolo, Bianchi mostra come, in gioco, vi siano profondi rivolgimenti sociali e territoriali, non solo la tecnologia. Quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale obbliga tutti, oggi, a ripensare radicalmente stili di vita, modelli educativi, modi di consumare, produrre, lavorare, interagire. Cruciali saranno, in questa partita, il ruolo dell’informazione e della politica. “La rivoluzione industriale – dichiara Bianchi – è una rivoluzione non tanto perché mettiamo i robot al posto dei lavoratori, ma perché quelle macchine sono i totem delle trasformazioni sociali, scientifiche, politiche, che hanno portato sino a noi. D’altra parte le rivoluzioni industriali tolgono e creano lavoro, ma soprattutto trasformano il lavoro e tutti i rapporti sociali connessi con la sua organizzazione, generando allo stesso tempo situazioni in cui convivono crisi d’impresa e nuove imprese prorompenti, disoccupati che vengono espulsi e mancanza di competenze che si presentano come vincoli per l’emergere delle nuove realtà produttive, ritorni a lavoro degradato e nuovi eleganti business, ma soprattutto vengono meno le vecchie consolidate routine di mediazione e rappresentanza sociale; cadono vecchi valori e con fatica emergono nuovi sentimenti condivisi e propri di una società in profonda trasformazione”.

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