Tra tulipani e mulini a vento

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La studentessa carpigiana Elena Righi, classe 1990, iscritta al terzo anno del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Forlì, dal 5 febbraio scorso studia e vive ad Amsterdam.
Perchè hai deciso di intraprendere il progetto Erasmus e come mai la tua scelta è ricaduta proprio su Amsterdam?
“Fin dagli anni del Liceo mi accompagna la passione di viaggiare e confrontarmi con culture diverse dalla mia, e inoltre è sempre stato forte in me il desiderio di perfezionare le mie competenze nella lingua inglese – sia per una crescita personale che per una maggiore qualificazione a livello professionale – e così ho partecipato senza esitazioni al progetto Erasmus, vincendo il bando per entrambe le destinazioni che avevo indicato come preferite: Umea, in Svezia, e Amsterdam, entrambe con università di prestigio e con una popolazione che, pur non essendo propriamente anglofona, parla inglese sin dall’età scolare. Alla fine però la mia scelta è ricaduta sulla capitale olandese perchè è una città che da sempre mi affascinava e volevo conoscere maggiormente. Inoltre vanta una delle migliori facoltà di Scienze Politiche d’Europa: non potevo perdere l’opportunità di frequentarla”.
Hai trovato Amsterdam in linea con le aspettative che ti eri fatta? Come è la città e come si svolge la tua giornata tipo?
“Amsterdam è famosa per i suoi vizi, ma anche per i suoi meravigliosi musei e le sue molteplici attività culturali e al mio arrivo ho scoperto una città con paesaggi incantevoli. Appena arrivata ho avuto la fortuna di assistere a uno spettacolo naturale bellissimo che non capitava da anni: i canali completamente ghiacciati. Genitori con bambini e gente di ogni età camminavano sui canali e spesso vi pattinavano sopra. Un altro aspetto caratteristico della capitale olandese è l’uso della bicicletta per ogni spostamento, in qualsiasi stagione e con ogni condizione meteorologica: tutta la città è collegata da piste ciclabili, chiunque ha una bici e io me ne sono subito procurata una. La mia giornata varia a seconda del tempo e dagli impegni universitari. Qui l’organizzazione degli esami è diversa da quella italiana: non esistono orali, ma solo test scritti e papers. Ora che ho finito lezioni ed esami, posso godermi il bel tempo, quando c’è, e scoprire angoli inesplorati della città o viaggiare attraverso l’Olanda. L’organizzazione che si occupa di noi studenti internazionali è eccezionale: organizza gite meravigliose e non perde occasione di coinvolgerci in eventi interessanti e formativi”.
Pensi che ti piacerebbe viverci e lavorarci?
“Amsterdam è una città piena di vita e pertanto non mi dispiacerebbe viverci per un periodo più lungo, ma sinceramente non credo che potrei passarci tutta la vita. E’ una città organizzata e funzionale, ma il clima è molto deprimente e parlando con alcuni studenti olandesi ho scoperto che anche loro soffrono un po’ la crisi; quindi, a parte lavori saltuari e con contratti a progetto, per il momento anche nella regina delle Fiandre è difficile trovare lavoro. Se trovassi un buon lavoro potrei viverci per un po’, ma credo sarei sempre in attesa di altro”.
Burocrazia, istruzione e lavoro: quali differenze hai riscontrato rispetto all’Italia?
“A livello burocratico Amsterdam è molto più organizzata dell’Italia. Tutti sanno darti una mano indirizzandoti verso l’ufficio o la persona che può aiutarti, e ciò accade sia in ambito universitario che a livello generale, per esempio alla stazione dei treni, all’aeroporto o presso l’ufficio postale”.
E dal punto di vista culturale?
“Gli olandesi sono molto indipendenti: molti miei coetanei e persino ragazzi più giovani vivono già da soli, pagandosi l’affitto e le altre spese autonomamente, sono anche molto tolleranti e ben propensi verso temi che in Italia fanno ancora discutere come aborto, matrimoni gay ed eutanasia. Inoltre molti dei ragazzi olandesi che ho conosciuto hanno vissuto all’estero per un certo periodo o comunque viaggiano molto e, quindi, hanno una visione molto più ampia e aperta della società. E poi qui, chiunque, dall’adolescente all’anziano, parla perfettamente inglese. Tuttavia, per quanto riguarda l’interculturalità, nonostante Amsterdam sia una città molto tollerante e aperta verso gli stranieri, ha anche lei i suoi problemi di integrazione. Sono andata a una mostra fotografica incentrata sulla comunità turca in Olanda e la maggior parte delle testimonianze affermava che appena possibile sarebbero tornati a Istanbul perché non si sentivano a casa qui”.
L’esperienza più bella che hai vissuto finora?
“Indubbiamente la gita ad Amsterdamse Bos: un immenso parco di quasi 10 chilometri quadrati situato a sud di Amsterdam. Io e i miei amici abbiamo impiegato quasi un’ora di bicicletta per arrivarci, ma ne è valsa la pena. Gli alberi, le pianure erbose e il lago costituiscono l’habitat naturale di tanti animali: scoiattoli, conigli, rane e tante specie di volatili che ogni tanto fanno capolino dalle loro tane o dai loro nidi per salutare gli ospiti umani. E poi abbiamo avuto la fortuna di imbatterci in una splendida giornata di sole che ci ha permesso di fare un giro in canoa per il lago e allestire un enorme barbecue”.
Sogni e progetti per il futuro?
“Se tutto va bene mi dovrei laureare intorno a settembre/ottobre di quest’anno. Poi ho intenzione di continuare gli studi con la laurea specialistica, ma ancora non so quale sceglierò. Una cosa però è certa: vorrei continuare a viaggiare e ora che ho amici provenienti da ogni parte del mondo non posso che approfittarne”.
Chiara Sorrentino

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