Esordio letterario per Marcello Bellodi

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Si chiama La guerra è finita ed è il romanzo d’esordio del ventinovenne Marcello Bellodi, nativo di Concordia sulla Secchia. A giugno di quest’anno ha aperto, insieme a una nota cantina mantovana, una rivendita di vini a Carpi, sulla tangenziale Bruno Losi. Purtroppo l’uscita del suo primo libro non è stata delle più tranquille, avendo avuto a che fare con un terremoto come non se ne vedevano in zona da più o meno 500 anni. “Ho ricevuto la notizia della pubblicazione il 30 maggio scorso – racconta – e, data la situazione, non sono riuscito a gioire più di tanto”. Nelle librerie, la sua fatica, ci è arrivata il 26 ottobre: “Non ho avuto modo di festeggiare. Far uscire il libro è stata più che altro una liberazione. Vivo con molto cinismo questo mio esordio. Purtroppo la nostra è una società nella quale tutti sono scrittori, poeti e artisti. E io mi arrabbio. Faccio poche cose nella mia vita e una è sicuramente scrivere. Mi piace e mi sento bene quando lo faccio”.
Com’è maturata l’esigenza di scrivere?
“La vena creativa c’è sempre stata, anche se è iniziata da adolescente con la passione per la musica. Sono stato chitarrista e autore dei Julian, la mia band, però, al momento, è un progetto purtroppo sospeso. Scrivere canzoni è stata una palestra creativa, perché raccontare una storia o un sentimento in poche righe è un esercizio utile”. Accumulando idee, tutto ciò che non trovava la via della musica diventava racconto, tanto che sono molte le storie che Marcello conserva, scritte a mano o a macchina, in fondo a qualche cassetto. “Dopo vari tentativi di scrivere un romanzo, finalmente, durante le feste di Natale del 2008 mi venne l’ispirazione di una possibile storia. Ho elaborato un po’ le idee e ho iniziato a scrivere; poi, nel marzo del 2009, sono andato a Parigi per alcune ricerche necessarie a dare un senso alla trama, e durante l’estate ho terminato la stesura”. La guerra è finita è un romanzo di formazione e non manca una storia d’amore. Il protagonista, Francesco, è un pubblicitario. Guadagna bene, e sa come ottimizzare al meglio tempo e denaro. Il mondo in cui vive è fatto di mode, trend e compromessi, sesso e finta felicità. Enrica è una giovane alle prese con una crisi profonda, abbandonata dal ragazzo di cui era innamorata senza esserne ricambiata. Vive senza obiettivi, aspettando i post di uno sconosciuto, che si firma ‘Arkham’ e scrive di morte, cadute e buchi dell’anima. Senza conoscersi si perderanno per poi ritrovarsi, insieme. In una città lontana. Parigi a primavera. “Io sono un grafico pubblicitario e, per ovvi motivi, ho avuto a che fare con questo mondo che mi è parso a volte molto malato”.
La trama prende spunto dalla tua biografia?
“Credo che un buon romanziere debba raccontare ciò che conosce. E’ per questo che, in La guerra è finitavi è per forza qualcosa di me e di quello che mi sta intorno. Ciò che scrivo non è sempre mainstream, anzi. Non disdegno per nulla passare dal romanticismo alla volgarità, dalla filosofia al più totale trash. Perché in fondo, se ci si pensa bene, la vita è così, un flusso ininterrotto di situazioni, pensieri, emozioni. La vita non è affatto politicamente corretta. Per questo, per aver usato linguaggi o situazioni molto esplicite, ho ricevuto anche qualche critica”. Nell’immaginario di Marcello è presente molta musica, tanto che il titolo del suo romanzo è tratto da quello di una canzone dei Baustelle: “Lo stesso Francesco Bianconi mi ha dato l’autorizzazione per l’utilizzo del titolo di questa loro canzone. I Baustelle sono l’unico gruppo italiano che mi piace. Altrimenti ascolto molta musica vecchia, Beatles, Stones, musica inglese e americana e negli ultimi anni mi sono appassionato al country/folk americano”.
Ogni scrittore che si rispetti ha maestri ai quali si ispira, quali sono i tuoi?
“Leggo tanto e di tutto. Prediligo alcuni autori francesi, come Houellebecq, la beat generation e Hunter S. Thompson. Non amo molto gli scrittori italiani, ma devo ammettere che ho trovato Persecuzione di Alessandro Piperno davvero straordinario”. Trovare qualcuno che creda nel lavoro che fai non è certo un’impresa semplice: “pubblicare non è stato facile, le case editrici devono confrontarsi con centinaia di migliaia di aspiranti scrittori e non si viene mai presi in considerazione. Personalmente ho avuto la fortuna di trovare una casa editrice – Zerounoundici Edizioni – che ha voluto credere in me. E’ una piccola realtà, ma mi permette di essere sul mercato e credo sia già un grande risultato”. Nel prossimo futuro di Marcello tanti progetti in cantiere, sino a immaginare una vita da scrittore ‘h24’. “Le idee sono tante, già il secondo romanzo è terminato e in cerca di una casa editrice per la pubblicazione. In questo secondo esperimento ho optato per una specie di noir fantascientifico, ambientato sulle rive del Lago di Garda. In questi mesi sto invece elaborando una finta autobiografia. Vedremo cosa riuscirò a farne”. D’altronde non dovrebbe essere troppo difficile raccogliere materiale da romanzo per chi ritiene che: “Anche solo vedere una perfetto sconosciuto che prende un caffè al bar, se lo osservi bene, ti dà un sacco di spunti per una storia”.
Marcello Marchesini

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