Un carpigiano ai microfoni di Ballarò

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Francesco Lodi, trentatreenne segretario del Circolo Pd A. Moro (in foto mentre è intervistato da un giornalista di Ballarò) è stato tra i protagonisti, sabato scorso, della manifestazione OccupyPd, nell’ambito dell’assemblea nazionale di Roma. “Come militante di base del PD – spiega – dopo due mesi dalle elezioni durante le quali altre forze politiche hanno rifiutato l’appoggio a un governo del cambiamento, ho dovuto digerire la necessità – purtroppo inevitabile se si voleva provare a dare risposte ai bisogni del Paese – di dar vita a un governo delle grandi alleanze. Credo però che avrebbe dovuto trattarsi di un governo di scopo, con pochi obiettivi, chiari e imprescindibili, quali la riforma della legge elettorale, la risoluzione di problemi gravi come quelli degli esodati, del rifinanziamento dalla cassa integrazione e alcune manovre relative a fiscalità e lavoro. Non è questa, invece, la proposta a cui ci siamo trovati davanti e mi preoccupa l’idea di creare una Convenzione per le riforme Costituzionali insieme a una forza politica come il Pdl che mai, in vent’anni, ha dimostrato di agire per gli interessi generali del Paese, ma solo per quelli personali di chi la guida”. I membri di OccupyPd hanno indossato delle magliette con la scritta Siamo più di 101, come protesta nei confronti dei franchi tiratori che, protetti da un velo di anonimato che non è ancora stato squarciato, hanno sabotato dall’interno la candidatura al Quirinale di Romano Prodi. “Trovo inammissibile il tradimento di ben 101 nostri parlamentari. Tradimento che non solo ha spaccato il partito e l’alleanza con cui ci eravamo presentati alle elezioni, ma che ha anche aperto le porte al governo delle grandi alleanze voluto da Napolitano. Tradimento del quale io per primo, come rappresentante locale, sento il peso, la responsabilità e quindi il dovere di scusarmi con gli elettori”. In sintesi, le richieste di OccupyPd vanno nella direzione di una maggiore apertura e trasparenza del partito: “chiediamo maggiore chiarezza circa i tempi e le modalità del nostro impegno nel Governo Letta e la convocazione di un congresso aperto agli elettori che permetta un’ampia discussione interna creando le condizioni per un rinnovamento totale della classe dirigente che superi le divisioni e le lotte fra ex Ds ed ex Margherita”. Francesco racconta di aver incassato l’appoggio di tanti delegati, ottenendo anche la data di ottobre come scadenza massima per il congresso e l’assicurazione, da parte di molti membri della direzione nazionale, delle sue modalità di svolgimento.
Marcello Marchesini

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