“Amianto: siamo in grave ritardo”

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“Con gli attuali ritmi di dismissione, per bonificare l’Italia dall’amianto ci vorranno almeno altri 85 anni. Un ritardo gravissimo che compromette la salute dell’ambiente e la nostra. Su questo tema scontiamo anni di silenzio ma per non generare panico servono informazione, trasparenza e azioni concrete tese ad arginare il problema, ed è per questo che l’Ona (Osservatorio nazionale Amianto presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni)  ha elaborato un piano nazionale amianto alternativo a quello del Governo (presentato il 24 aprile presso la Camera dei Deputati unitamente al Movimento 5 Stelle)”. Non fa sconti il solierese Andrea Rossi, commissario del Comitato Ona di Carpi. E la nostra città non sfugge alla tendenza generale: “la strada da fare anche a livello locale è in salita. Occorre un piano strutturale di bonifica, ad oggi non predisposto, dal momento che il censimento dell’amianto nelle strutture pubbliche non è ancora completo e non ne esiste uno per quelle private”. In città, al tema dei manufatti in cemento/amianto si aggiunge, come è noto, anche quello della presenza dell’agente cancerogeno nella rete idrica. Ona ha appena depositato un’interrogazione parlamentare tesa a “spezzare la cortina di silenzio che avvolge la pericolosità dell’amianto, contribuendo a sollevare il dibattito e a migliorare la situazione”. Al centro, del documento, “la legittimità della sperimentazione sulla rete idrica” che Aimag sta per adottare (con il beneplacito dell’Ausl) per arginare la presenza di fibre di amianto nell’acqua, ovvero l’immissione nella piu vecchia delle due tubature principali dell’acquedotto (una risalente al 1959 e una al 1972) di una sostanza alimentare costituita da monofosfato di sodio e zinco la quale dovrebbe favorire il processo di formazione di una pellicola di idrossicarbonato di zinco sulle pareti interne dei tubi, impedendo così il contatto fra acqua ed eternit. Una sperimentazione, la cui efficacia, come ha sottolineato lo stesso ideatore del progetto, dottor Italo Melchiorre, è tutta da dimostrare. “Un provvedimento non condivisibile – continua il commissario – perchè quando c’è di mezzo la salute occorre applicare il principio di precauzione. E allora perché perdere tempo? Il formulato proposto da Aimag costa relativamente poco (circa 15mila euro per sei mesi di sperimentazione) ma l’unica soluzione è quella di sostituire le tubature in amianto con altre che non lo contengono”. Mirco Arletti, presidente di Aimag, ha più volte ribadito che il rifacimento dei  218 chilometri di tubature in cemento-amianto presenti in città (circa il 45% del totale), costerebbe  circa 60 milioni di euro, una spesa non sostenibile nell’immediato senza aumentare le bollette dei cittadini. “E chi lo dice che i carpigiani non sarebbero disposti a ripagarsi la rete idrica in cambio di maggiori sicurezza e salubrità?” domanda provocatoriamente Rossi. “Una rete che, tra l’altro,  non perderebbe più 2 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno”. Difficile, precisa ancora Andrea Rossi, capire cosa abbia provocato la dispersione di fibre di amianto nelle tubature ma mi domando se, a Carpi, i nostri amministratori abbiano “fatto tutto il necessario per evitare tale fenomeno, recependo i principi della legge del 1996 che invita gli enti a sfruttare ogni occasione possibile (come le rotture del manto stradale per rimettere mano alla rete fognaria o alla posa di fibre ottiche…) per sostituire tratti di rete in eternit, ottimizzando così le risorse”. La pericolosità dell’ingestione di fibre di amianto è estremamente dibattuta, ma sono numerosi i medici che invitano alla prudenza e alla “potenziale correlazione con lo sviluppo di patologie tumorali” (ndr dottoressa Fiorella Belpoggi, dottor Vito Totire e professor Giancarlo Ugazio, componente del comitato tecnico-scientifico di Ona). “Per il principio di precauzione – conclude Andrea Rossi – si deve fare in modo che le fibre di amianto non inquinino in alcun modo l’acqua. L’obiettivo di Ona non è allarmare, bensì prevenire situazioni di pericolo. Sia questo concreto o soltanto potenziale. Per tale motivo riteniamo opportuno e doveroso evitare ogni forma di ingestione di fibre di amianto, in modo che non contaminino l’organismo umano”. Intanto Ona, congiuntamente al Movimento 5 stelle, ha presentato una proposta di legge per agevolare la dismissione di manufatti in amianto, portando gli incentivi statali dal 65 al 72% e introdurre l’obbligatorietà della bonifica, a prescindere dalle condizioni di deterioramento del cemento/amianto. Vedremo se in un quadro di silenzioso semi immobilismo, qualcosa si muoverà. Per il bene nostro e delle giovani generazioni affinché non si ritrovino a fare i conti con un ambiente sempre più deturpato e pericoloso per la loro salute.
Jessica Bianchi
 

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