La Compagnia delle Lucciole

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I ventenni carpigiani Mariangela Diana, Federica Cucco, Martina Caliumi, Luca Ruggiero e Serena Arletti, uniti dalla passione per il teatro, hanno deciso, nel novembre del 2013, di fondare la Compagnia delle Lucciole e, sabato scorso, hanno debuttato davanti all’entusiasta platea del Teatro Italia di Soliera, con Mille fogli, il loro terzo spettacolo (seguito a Cercasi e Io odio la Mannoia, vincitore di una Rassegna Teatrale a Roma). “Non sono mai stata brava negli sport – racconta Federica, la regista – ma ho sempre nutrito una grande curiosità per tutto ciò che avevo intorno: dal modo di gesticolare di un passante alle chiacchiere in treno tra due innamorati. Ecco, forse la passione per il teatro è nata proprio da questo mio desiderio di mettere in scena la quotidianità e la bellezza dell’ordinarietà”. Amore che emerge chiarissimo anche dalle parole di Mariangela: “amo il teatro che non mi fa stare ferma sulla sedia, che mi innervosisce e mi fa desiderare di essere sul palco per essere parte di ciò che sta accadendo. Qualcosa di così speciale da spingermi a non essere uno spettatore in attesa dell’ultima battuta per applaudire, ma l’attore che ha scatenato quel battito di mani”. Quello andato in scena a Soliera è uno spettacolo divertente, assurdo e grottesco; in esso vi è spazio per la riflessione così come per la commozione. Uno spettacolo capace di mettere in luce la fragilità, la stupidità dell’essere umano, così come la sua meraviglia. Elaborato grazie al contributo di tutti i membri della compagnia, cinque ragazzi che hanno imparato a confrontarsi e a collaborare, passando lunghe ore insieme per creare qualcosa di bello, lo spettacolo è frutto degli sforzi di ciascuno di loro e, di ognuno, rispecchia qualcosa. “Mille Fogli rientra in tutte le categorie e allo stesso tempo nessuna. Non vogliamo che gli spettatori ne ricavino per forza una morale. Che strappi un sorriso, causi un punto interrogativo o scateni la voglia di ubriacarsi nel primo bar vicino: per noi aver creato qualcosa di diverso dall’ordinario rappresenta già un grande successo”, spiega Mariangela. Un felice progetto, quello portato avanti da questi giovani attori, perché rappresenta una piccola, grande scommessa. Quella di riportare i loro coetanei nei teatri: “i giovani hanno un’idea sbagliata del teatro – chiosa Serena – probabilmente perché lo collegano subito a quattro ore di un’opera di Verdi o a un dramma di Shakespeare. Senza pensare invece ai numerosissimi spettacoli dove, ad andare in scena, è la realtà che viviamo ogni giorno. I litigi con fidanzati, amici o con genitori che non ci capiscono. E’ proprio il termine ‘teatro’ in sé che i giovani associano ad aggettivi come vecchio e noioso”.  Sbagliano.
Marcello Marchesini

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