Finalmente a casa

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Rifanno nuovi anche i parchi a Rovereto sul Secchia per non correre il rischio di ricostruire gli edifici ma senza nessuno che li venga ad abitare e allora l’obiettivo che si sono dati quelli della onlus Tutti Insieme a Rovereto e Sant’Antonio è di far rivivere questo paese puntando alla qualità della vita. Sabato 7 maggio si è tenuto il primo appuntamento del progetto Adotta un Parco al Parco delle Dune, in via Forti.

I lavori hanno riguardato la sistemazione e la riverniciatura delle panchine, il posizionamento dei cestini e, se si riuscirà, si provvederà al lavaggio delle giostrine: salame, mortadella e gnocco hanno allietato il pomeriggio perché l’idea è quella di ritrovarsi come comunità e fare qualcosa per Rovereto che oggi ha una nuova chiesa, una nuova casa della salute e un centro sportivo con servizi. Soli e senza futuro subito dopo il terremoto, i roveretani hanno reagito per garantire la sopravvivenza del loro paese. La testimonianza più evidente è il quartiere di via Fosse Ardeatine che era stato completamente devastato dalle scosse: progressivamente, nel corso di questi quattro anni, sono iniziati i lavori per la ricostruzione in ogni lotto e, oggi, anche nelle palazzine, fino allo scorso anno in stato di abbandono.

Sono tornati finalmente a casa Davide Mantovani e la moglie Antonella insieme a Filippo, 8 anni: residenti in questo martoriato quartiere hanno raccontato, anno dopo anno, su queste pagine le loro vicissitudini in occasione di ogni anniversario del terremoto. Il terrore e la paura che non se ne andavano, il disagio di non avere più la casa e di vivere in affitto, la necessità di continuare a lavorare, il dovere di garantire la serenità a Filippo, il desiderio di tornare a Rovereto a qualsiasi costo.

Oggi, varcare la soglia della loro casa, una porzione di bifamiliare che era stata classificata E3, dà una grande emozione: il primo piano aveva ceduto invadendo il piano terra dove ora grossi pilastri sorreggono l’intera struttura ricostruita secondo criteri antisismici, rivestita col cappotto e provvista di impianto fotovoltaico.

“Siamo rientrati lo scorso mese di dicembre – spiegano Davide e Antonella – dopo due anni di lavori complicati da un iter burocratico molto lungo. A breve dovremmo chiudere anche le pratiche relative ai contributi: essere stati tra i primi a partire ci ha sicuramente avvantaggiato ma tanti sono ancora alle prese con disagi e lungaggini”. La vita da terremotati a quattro anni dal sisma comincia a essere meno dura.

Sara Gelli

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