“Io non torno a casa, resto qui”

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La studentessa carpigiana Giulia Marrone, classe 1992, ha deciso di trascorrere alla Sorbona un anno accademico.  “Al momento dell’accaduto – racconta Giulia – mi trovavo nel Quartiere Latino vicino alla mia abitazione.
Da una tranquilla e piacevole serata di venerdì sera, la situazione è cambiata radicalmente quando ho cominciato a sentire ambulanze e auto della polizia correre a tutta velocità per le strade, con il rumore assordante delle sirene accese.
Ho capito che stava accadendo qualcosa di grave. Poi sono stata informata dei fatti e da lì sono state ore drammatiche. Cercavo di mettermi in contatto sia con i miei familiari in Italia che con gli amici parigini, ma la linea telefonica andava e veniva. Il numero degli attacchi faceva crescere la paura.
Il giorno dopo il clima era surreale. La città era vuota, non c’era nessuno per strada e c’era un insolito e inquietante silenzio. Ci era stato consigliato di rimanere nelle nostre abitazioni e così abbiamo fatto. Le attività erano tutte chiuse; solo qualche edicola e bar hanno tenuto aperto.  C’era e c’è tuttora una tensione palpabile nell’aria. Anche se tanti lo vorrebbero, ci è stato comunicato che non sarà possibile organizzare manifestazioni e cortei fino alla fine della settimana. I parigini sono solidali l’uno con l’altro, si sostengono e si fanno forza. Insieme sapranno reagire e alzeranno la testa per l’ennesima volta. Tutto tornerà alla normalità. Io sono profondamente amareggiata e scioccata. Sono spaventata ma non ho nessuna intenzione di rinunciare a questa esperienza per colpa del fanatismo altrui, io non torno a casa”.
Chiara Sorrentino

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