Con il naso all’insù

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Nella mostra personale di Silvia Trappa a cura di Cristina Gilda Artese in visione alla DarkRoom Silmar di Carpi dal 5 dicembre al 16 gennaio, la giovane e talentuosa scultrice di Orzinuovi tratta la delicata tematica dell’adolescenza.
Due le installazioni scultoree presentate. La prima dal titolo Meeting point, sospesa al soffitto, è dedicata alle timide e sognanti aspirazioni di giovani che si incontrano tra voli di altalene, toccandosi e respingendosi, dove la fragilità delle relazioni è decisa e voluta dal soffio del vento che ne determina la dinamica.
Una parte di questa installazione è stata esposta all’ultima Biennale di Scultura di Soncino, dove ha ottenuto un notevole interesse della critica.
La seconda, A terra, ma per paradosso assai spirituale e simbolica, è composta da alcune delle sculture in resina dal titolo Le Sante, che la Trappa ha dedicato all’iconografia delle Sante della tradizione cristiana e alla loro vita in una rivisitazione in chiave contemporanea. Le Sante della tradizione erano sempre donne giovanissime, poco più che adolescenti e il loro ruolo fu di forte strumento di coinvolgimento di massa. Si trattò a volte di vere e proprie opinion leaders, altre volte non erano molto distanti da delle starlets contemporanee. Nel reinterpretare le Sante in chiave moderna, la Trappa ci porta a riflettere su quanto un desiderio di affermazione e di ottenimento di un ruolo non conduca al finale a una strumentalizzazione della donna, che dalla volontà di mostrarsi protagonista finisce con l’essere mero mezzo di altrui ambizioni e aspettative.
A completamento della mostra, insieme ad alcuni masterpieces, sono esposte anche le preparatorie delle sculture e una serie di grafiche dal titolo Light things, realizzate su carta di quotidiani raccolti in Giappone (dove l’artista ha avuto modo di lavorare e dove è conosciuta), e che appaiono come giusto contraltare della parte scultorea  e giocate sulla medesima dicotomia leggerezza di tratto – profondità di spirito.
Una mostra giocata su più piani: quello del gioco e del divertimento e quello delle ambizioni e delle aspirazioni, per questo Con il naso all’insù, proprio come il periodo dell’adolescenza con i suoi contrasti e le sue impacciate contraddizioni.
 

 

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