La Piazza si è tinta di amaranto

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“Una riunione di famiglia”. Così è stato definito il 1° Raduno regionale paracadutisti dell’Emilia Romagna, organizzato in Piazza Martiri dalla neonata sezione carpigiana dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, intitolata al giovane ufficiale paracadutista Nicola Ciardelli, caduto a Nassirya il 27 aprile del 2006 e presieduta dall’ex parà della Brigata Folgore, Giorgio Merighi. Un’occasione solenne, bagnata da una pioggia quasi autunnale che ha, purtroppo, compromesso parte del programma. A causa delle fitte nuvole infatti, i lanci previsti al mattino sono stati rimandati al pomeriggio, tra la delusione di grandi e piccini, tutti in attesa, col naso all’insù. La manifestazione ha preso il via con l’intitolazione della via perimetrale del parco Unità d’Italia, ai Paracadutisti d’Italia, caduti nell’adempimento del dovere per la pace e la libertà dei popoli, dopodiché rappresentanze del Corpo Militare della Croce Rossa, dell’Associazione Nazionale Sottufficiali Italiani, della Brigata Paracadutisti Folgore – col Picchetto d’Onore del 8° Reggimento Guastatori Paracadutisti di stanza a Legnago – e i membri dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, si sono dati appuntamenro per un’adunata in Piazza Martiri. Autorità civili, militari e religiose e un foltissimo pubblico hanno assistito all’alzabandiera, sulle note dell’inno nazionale suonato dalla Banda cittadina. E dopo la commozione dell’inno, l’avvocato Federica Ciardelli, sorella del maggiore caduto, ha parlato dell’associazione a lui dedicata, “nata per proseguire il suo impegno verso i bambini bisognosi di cure mediche o interventi non praticabili negli ospedali da campo da trasferire in Italia. Stiamo raccogliendo denaro per ristrutturare un casale in toscana da mettere a disposizione dei bambini vittime delle guerre: un modo per continuare la sua opera ed evitare che il suo sacrificio sia stato inutile”. Dopo di lei, l’exgenerale di corpo d’armata Bruno Loi ha ricordato l’impegno dei baschi amaranto di ieri e di oggi; a lui si deve, il 17 marzo scorso, l’iniziativa del tricolore più lungo del mondo, ben 1.797 metri di drappo, che ha sfilato per le vie del centro di Modena.
“I parà – ha poi proseguito il generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini – sono l’epressione migliore delle forze armate italiane. Uomini e donne ubbidienti, in un mondo di disobbedienti. In un tempo nel quale vanno di moda i disobbedienti, la finanza, la borsa e l’elettronica, noi rimaniamo soldati. Senza aggettivi. Non siamo mercenari, nè contractors ma semplicemente soldati che obbediscono”.
Nel pomeriggio, un pallido raggio di sole ha schiarito il cielo, permettendo così a Giovanni Conforti, Davide Orlandini, Nino Cozzi e Walter Amatobene, di lanciarsi con tricolori e fumogeni: uno spettacolo che ha emozionato i presenti.

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