La salute di operatori e cittadini è a rischio

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Le risorse calano drammaticamente e le conseguenze sulla nostra salute sono direttamente proporzionali a tali incresciose riduzioni. La sanità pubblica, anche nel nostro territorio, comincia a vacillare. L’ospedale di Carpi  perde pezzi, i professionisti che vi operano sono spremuti come limoni, infermieri e Oss sono insufficienti con conseguenti inumani carichi di lavoro. In uno scenario tutt’altro che roseo, per tentare di correre ai ripari e accorciare sensibilmente le liste d’attesa per accedere a esami diagnostici e visite specialistiche, la Regione rafforza la presenza del privato convenzionato. Contestualmente, l’azienda sanitaria di Modena, anziché assumere personale, sul fronte della gestione dell’emergenza-urgenza, chiede all’associazionismo di incrementare la propria presenza in appoggio al 118, allargando i termini della convenzione in essere. A tali paradossi si sommano numerose iniquità che hanno spinto gli operatori sanitari dipendenti dell’Ausl di Modena assegnati al servizio di Emergenza territoriale 118 e ai Pronto soccorso degli ospedali di Baggiovara, Vignola, Mirandola, Carpi e Pavullo, unitamente alla Fp/Cgil di Modena, a mobilitarsi.  I motivi della protesta dei lavoratori si potrebbero sintetizzare sotto un unico titolo: Vogliamo lavorare in sicurezza per garantire sicurezza ai cittadini.“Si tratta di una vertenza che ha avuto inizio formale  a maggio del 2015, esattamente a un anno dal trasferimento della Centrale Operativa del 118 a Bologna”, afferma Anna Paragliola della segreteria Fp/Cgil Modena.
Col passaggio alla centrale unica (che comprende Bologna, Modena e Ferrara e gestisce un bacino di utenza di oltre 2 milioni di persone) la vita degli operatori è diventata ancor più dura: “a causa di difficoltà organizzative determinate da un diverso e complesso assetto territoriale del servizio di Modena rispetto a Bologna anche in termini di protocolli, risorse umane e strumentali assegnate”, prosegue Anna Paragliola. I lavoratori rivendicano poi la necessità di “una flotta di ambulanze più adeguata rispetto a quella attuale. Oggi sono numerosi i mezzi che non rispettano i criteri dell’accreditamento regionale avendo più di sette anni e oltre 300.000 chilometri. Servono apparecchiature e dotazioni strumentali più moderne, una tecnologia più efficiente da mettere al servizio di questi professionisti. Bisogna poi ragionare con forza sul tema del personale – sottolinea la sindacalista – affinché si rispettino i riposi tra un turno e l’altro e si giunga finalmente a un’equa distribuzione dei turni di lavoro: punti dolenti questi che non riguardano solo il servizio di Emergenza territoriale, ovvero il 118, bensì anche i Pronto Soccorso. In Provincia si registra un generalizzato aumento del numero di accessi a cui non corrisponde però un congruo incremento del personale; un’organizzazione non  efficiente che comporta poi un allungamento dell’attesa per l’utenza”. A tutto ciò si aggiunge il fatto che “la normativa contrattuale ha portato a una grande differenziazione dal punto di vista economico tra i vecchi e i nuovi assunti e questo, in un’economia di gruppo (stiamo parlando di oltre 140 lavoratori in tutta la provincia) crea disparità salariali importanti su cui l’azienda non ci ha ancora risposto”, aggiunge Anna Paragliola. Un peggioramento, quello denunciato dai lavoratori che, inevitabilmente, si traduce in un abbassamento della qualità del servizio offerto al cittadino.  “Se gli operatori lavorano in condizioni non favorevoli – sottolinea la sindacalista – il rischio che si abbassi la qualità e non si intervenga in modo adeguato aumenta notevolmente. Non stiamo dicendo che il sistema non è sicuro a prescindere ma se non vengono messi in campo i miglioramenti richiesti dai lavoratori, allora la mancata sicurezza in cui operano può tradursi anche in una diminuzione della prestazione al cittadino a cui si presta soccorso”.
Particolarmente critiche le condizioni in cui versa il Pronto soccorso dell’Ospedale Ramazzini di Carpi. A fronte di un numero di Oss e infermieri insufficiente, i carichi di lavoro sono insostenibili e i tempi d’attesa per l’utenza continuano ad allungarsi.  La vertenza cercherà di rispondere a queste problematiche?
“Tecnicamente tali problematiche non sono all’ordine del giorno della vertenza, a parte la necessità di potenziamento dell’organico in forze al Pronto Soccorso. Nonostante ciò abbiamo inviato una richiesta di incontro alla direzione sanitaria sull’ospedale e il distretto di Carpi perché oltre al tema del Pronto soccorso (che ha più accessi dell’Ospedale di Baggiovara poiché accoglie anche parte del reggiano e della Bassa modenese) sono in corso altre riorganizzazioni per le quali chiediamo il coinvolgimento dei sindacati. Durante l’incontro con la direzione di Carpi, unitamente all’attività territoriale, presidieremo i cambiamenti in essere e ragioneremo su tutta la problematica Oss e non solo”.
La centralità del 118 e dei Pronto Soccorso nel sistema sanitario provinciale deve prevedere un preciso impegno per un’adeguata disponibilità di risorse umane e tecnologiche. Per queste ragioni è necessario un suo potenziamento sul territorio e una modernizzazione del servizio, attraverso investimenti chiari e tempistiche definite. Durante il tentativo di conciliazione in Prefettura a Modena le parti si sono impegnate a riaprire il confronto attraverso un tavolo di discussione permanente che sarà convocato presso l’azienda Ausl entro due settimane, confronto a cui parteciperanno anche le altre organizzazioni sindacali e la Rsu. Si affronteranno i temi relativi all’organizzazione del lavoro dei Pronto Soccorsi in particolare, degli organici assegnati e di tutti gli aspetti contrattuali e salariali dei lavoratori dei servizi di Emergenza/Urgenza.  Rispetto al tema delle ambulanze e delle strumentazioni necessarie allo svolgimento del lavoro (defibrillatori e presidi sanitari), l’azienda ha garantito l’arrivo di 10 mezzi nel triennio 2016-18 e di 29 defibrillatori di ultima tecnologia.  Sulle difficoltà legate alla riorganizzazione del sistema 118 alla luce del trasferimento della centrale operativa l’Ausl ha invece assicurato che cercherà di garantire un miglior coordinamento.  Il vice prefetto Ventura si è fatto garante degli impegni presi e, alla luce di ciò, il sindacato e i lavoratori hanno deciso di sospendere lo stato di agitazione.
“Siamo soddisfatti di questo primo passo – conclude Anna Paragliola –  ma la strada da fare è ancora lunga”.
Jessica Bianchi

 

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