Padrini e padroni

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Venerdì 28 ottobre nella Sala dei Mori di Palazzo Pio, nell’ambito della rassegna carpigiana Ne vale la pena, verrà presentato in prima nazionale il nuovo libro di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, nonché magistrato in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta e Antonio Nicaso, probabilmente lo studioso più accreditato sul fronte della conoscenza della criminalità organizzata e, in particolar modo, di quella calabrese. Il loro ultimo libro si chiama Padrini e Padroni (Mondadori) e racconta il fenomeno delle mafie in Italia e nel mondo. Un testo di denuncia forte, coraggioso, che racconta una verità amara. Senza fare sconti a nessuno.
Il libro inizia col terremoto del 1908 che divora Messina e Reggio Calabria, quando vennero stanziati quasi centonovanta milioni di lire per la ricostruzione, ma la presenza nella gestione dei fondi anche di boss e picciotti – molti dei quali tornati dall’America per l’occasione – causerà danni gravissimi, sottraendo risorse preziose, trasformando le due città in enormi baraccopoli e dando vita a un malcostume ormai diventato abituale. Lo stesso scenario si ripeterà cent’anni dopo, nel 2009, con il terremoto dell’Aquila. Mentre la gente moriva, in Abruzzo c’era chi già pensava ai guadagni. E ancora, nel 2012, nell’Emilia che crolla, la mafia arriva prima dei soccorsi. Ma non sono solo i terremoti a riempire le casse illegali. In Piemonte, la ‘ndrangheta era riuscita a infiltrarsi nei lavori per la realizzazione del villaggio olimpico di Torino nel 2006 e in quelli per la costruzione della Tav nella tratta Torino-Chivasso. La corruzione, l’infiltrazione criminale, i legami con i poteri forti – occulti, come le logge segrete, e non, come la politica sul territorio e a tutti i livelli, fino ai più alti – sono oggi parte di una strategia di reciproca legittimazione messa in opera da decenni da tutte le mafie e in particolare dalla ‘ndrangheta. Lo scambio di favori fra criminalità e certa parte della politica è continuo e costante, il ricatto reciproco un peso enorme sulla cosa pubblica, con ripercussioni su tutti i settori, dalle opere pubbliche alla sanità, dal gioco di Stato allo sport. Sì, anche lo sport. Il calcio è popolare e ha bisogno di investimenti. E le mafie, da tempo, si sono accorte delle sue potenzialità, non mancando di sfruttarle, come dimostrano le recenti inchieste giudiziarie. In questo formicaio c’è di tutto: oltre al riciclaggio di denaro, ci sono partite truccate, scommesse clandestine, presidenti prestanome e ultrà che gestiscono attività illecite. Di questo e molto altro si parlerà a Carpi, il 28 ottobre, in Sala Mori.
Pierluigi Senatore

 

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