Il carpigiano Gian Luca Galloni proprietario, dallo scorso 22 aprile, di un immobile in via Roma a Migliarina durante un’operazione di consolidamento delle fondamenta ha rinvenuto, con sua somma sorpresa, un vero e proprio arsenale risalente alla Seconda Guerra mondiale. “Durante i lavori – ci racconta – è affiorata una botola che celava un cassone interrato delle dimensione di un metro cubo circa. Quando ho sollevato il coperchio mi sono trovato dinanzi armi ed esplosivi perfettamente allineati nell’intento di sfruttare al massimo ogni centimetro di spazio”. Galloni – che ha segnalato il ritrovamento lo scorso 3 giugno ai Carabinieri di Carpi – ha fatto l’inventario della scoperta che, per quantità e tipologia di armi, non ha precedenti nel nostro Comune: 150 bombe a mano, 10 panetti di tritolo, 4 mine anticarro inglesi, razzi, una cinquantina di fucili italiani e tedeschi, 3 mitra italiani, 8 mitragliatrici di cui due pesanti, 1 mortaio italiano, 1 bazooka tedesco e una una trentina di lanciarazzi anticarro tedeschi. L’ingente residuato bellico, ora custodito in un deposito di proprietà del Comune di Carpi, è stato bonificato dagli Artificieri di Piacenza lunedì 27 giugno, coadiuvati nell’operazione da Carabinieri, Polizia Municipale e volontari della Croce Rossa. “Il primo proprietario dell’immobile, Guerrino Boni, di professione meccanico alle Officine Reggiane, – continua Gian Luca Galloni – aiutava i partigiani ad aggiustare le loro armi, questo spiegherebbe il perchè nel vascone abbiamo trovato anche alcune armi incomplete e dei pezzi di ricambio. L’edificio è stato fatto in tre tempi, nel 1949 è stata eretta l’officina con sopra l’abitazione, nel 1956 è stato allargato il corpo centrale e, infine, nel 1960 è stata aggiunta un’ultima parte. L’arsenale deve essere stato interrato e occultato proprio negli Anni Sessanta, celato dietro a una porta, per essere prontamente recuperato in caso di necessità, senza essere visti dalla strada”. Al momento non vi è traccia delle munizioni, tanto che, nei prossimi giorni, Galloni ha intenzione di monitorare l’area antistante l’immobile con un metal detector, a caccia di ulteriori “sorprese”. Al danno però, ora pare aggiungersi pure la beffa: le Forze dell’Ordine infatti, avrebbero ventilato all’onesto e ignaro padrone di casa, la possibilità che debba essere lui a pagare la bonifica. “Se sarà così – commenta – comprendo chi, a fronte di questi ritrovamenti, decide di disfarsene, abbandonandoli in prati o fossati, non curandosi delle potenziali e pericolose conseguenze. Mi chiedo perchè, in Italia, il senso civico non venga mai premiato”. E sul futuro del residuato rinvenuto, ancora nessuna certezza. “Essendo un grande appassionato di storia contemporanea locale, e avendo raccolto già numerosi documenti, ho chiesto ai nostri amministratori se l’arsenale poteva essere salvato dalla rottamzione ed essere utilizzato per creare un museo in città ma non ho ancora ricevuto risposte. Spero, interpellando, l’Anpi, di riuscire a salvare questo pezzo di storia emiliana”.
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